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giovedì 31 dicembre 2009

New Curch Foudation continua

31 dicembre, venti giorni dopo l’inizio dell’esperimento.
È stata una faticaccia, a volte sono riuscito e tante altre no. Come fa il figlio di due campani a non essere ipercritico, a non valutare tutto a non giudicare continuamente comportamenti atteggiamenti, prese di posizioni, come faccio a non esprimere dissensi o opinioni etichettandole e qualificandole? Come faccio a non pensare che quegli stivali sono improponibili con quel cappotto o che quel fondotinta è troppo marcato o che la velina è bellina e la vecchietta è rugosa, che il risotto è salato e le penne sono troppo arrabbiate?!? Come si fa? Non si fa, oppure si fa e poi si lascia e poi si rifà! Io non mollo perché è una scuola di auto osservazione che penso mi porterà gradualmente a non parlare più ( con immenso piacere della moglie, dei collaboratori, dei figli, dei clienti, di Roger che potrà così finire di mangiarsi in santa pace le gambe del divano ) …
Già, il parlare, ne parliamo?
Parliamo di quando le lingue sono state confuse?
Parliamo dei danni creati dai nostri concetti e dalle nostre idee su quelle che dovrebbe essere la realtà circostante?
Abolire l’aggettivo in ultima istanza rappresenta abolire il giudizio, la valutazione, la “soggettivizzazione” della realtà reale.
… però adesso qualcuno di sotto sta preparando il cenone e smetto ma mi riprometto di continuare sull’argomento almeno fin quando non avrò almeno tre adepti.

domenica 6 dicembre 2009




New Curch Foudation

Anni fa volevo fondare, come tanti altri al mondo, un movimento, anzi l’idea iniziale era quella di fondare addirittura una chiesa!
Crescendo le mie ambizioni si sono ridimensionate e oggi mi accontenterei di fondare un movimento.
Per essere accettato e riconosciuto come leader però devo prepararmi a rispondere e tutte le osservazioni che mi verranno fatte, dovrò essere pronto a consigliare i miei adepti sulle difficoltà che si presenteranno loro durante il cammino e dovrò essere il loro faro, il loro ispiratore … quindi è bene che, prima di raccogliere i consensi, faccia prima io il percorso esperienziale attraverso la dottrina che proporrò.
Ecco sono pronto, alle 15:49 del 6 dicembre 2009 inizio l’esperimento su cui fonderò il mio movimento e vi terrò aggiornati sugli sviluppi.
Ai più curiosi anticipo il nome della chiesa:
la chiesa del sostantivo e del verbo

del sostantivo perché è qualcosa provvisto di sostanza, qualcosa di reale, di concreto di cui si può parlare, qualcosa di tangibile, sotto i nostri occhi e …
del verbo perché assieme ai sostantivi sono gli elementi primari di una lingua e costituiscono il pilastro su cui la frase si costruisce.
La chiesa del sostantivo in opposizione alla chiesa dell’aggettivo qualificativo ( mi pare la logica conseguenza, accesa la luce, compare l’ombra ) e poi non si è mai vista una chiesa che si rispetti che non abbia i suoi oppositori, detrattori e nemici, il mio nemico quindi sarà l’aggettivo qualificativo! Il mio esperimento sarà di porre attenzione al mio parlare cercando di evitare di usare gli aggettivi qualificativi e di dirvi come ci si sente, cosa accade e come si sta senza più pensare che qualcosa sia più alta di qualcos’altra, che il mio cellulare sia più bello del tuo, che il mio pensiero sia giusto e il tuo sbagliato. Voglio provare per un po’ a non discriminare attraverso valutazioni di qualsiasi genere o natura, le cose ( i sostantivi ) sono quelle che sono, un tavolo è un tavolo, sia che sia di marmo sia che sia di legno sia che traballi o stia ben saldo, sia che abbia quattro gambe o che ne abbia sei! Io ci provo, se qualcuno vuole unirsi alla compagnia sarà bello confrontarsi dopo queste feste natalizie in cui si mangerà di tutto e ci regaleranno di tutto e tutto ciò sarò più buono, più bello e più appetitoso di qualcos’altro!