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domenica 30 novembre 2008

Reale la mente o reali i fatti?

Nuoto per forza e non perché mi piaccia.
Se il mio corpo fisico potesse stare meglio senza fitness sarei più contento.
Però ho imparato a fare di necessità virtù così inganno la noia delle vasche pensando.
Penso a tutto e di tutto, dal problema contingente con l’ufficio all’ultima partita di scacchi giocata on-line con un avversario australiano.
Così ieri, mentre nuotavo, argomentavo fra me e me sulla prima lezione del corso di "fancazzismo" che sta prendendo forma.
... Numble numble ... non fare niente ... numble ... e improvvisamente si affaccia alla mente un aneddoto della famosa autobiografia di Paramahansa Yogananda, ... Il buon Yogananda si illuminò mentre stava spazzando un terrazzo e, tutto emozionato, si rivolse al suo maestro interrogandolo sul come sarebbe cambiata la sua vita: “ Maestro e adesso che faccio?” e il Maestro: “ Cosa stavi facendo?” “ stavo spazzando il terrazzo”, “ bene continua a fare quello che stavi facendo!” ... Geniale, impareggiabile Lahiri Mahasaya … le cose accadono e non c'è niente da fare! Non c'è niente da aggiungere a quello che ci accade, nessuna opinione, nessun giudizio.
Pensiamo ad un qualsiasi evento buono o cattivo che ci è successo nella vita e a come abbiamo reagito al dispetto, all’incidente, all’abbandono… e se la stessa cosa fosse capitata a qualcun altro che gli dava un significato diverso? Pensiamo a coloro che trasformano difficoltà in opportunità, a chi incarcerato o privato delle gambe trova la forza per esprimersi artisticamente o a riprendere a gareggiare...
" Non sono i fatti in sé che turbano gli uomini, ma i giudizi che gli uomini formulano sui fatti." ( Manuale di Epitteto )

La prima lezione è pronta, buon far niente!

mercoledì 5 novembre 2008

Di salmastro e di terra ( C. Pavese )

Di salmastro e di terra
è il tuo sguardo. Un giorno
hai stillato di mare.
Ci sono state piante
al tuo fianco, calde,
sanno ancora di te.
L'agave e l'oleandro.
Tutto chiudi negli occhi.
Di salmastro e di terra
hai le vene, il fiato.

Bava di vento caldo,
ombre di solleone -
tutto chiudi in te.
Sei la voce roca
della campagna, il grido
della quaglia nascosta,
il tepore del sasso.
La campagna è fatica,
la campagna è dolore.
Con la notte il gesto
del contadino tace.
Sei la grande fatica
e la notte che sazia.

Come la roccia e l'erba,
come terra, sei chiusa;
ti sbatti come il mare.
La parola non c'è
che ti può possedere
o fermare. Cogli
come la terra gli urti,
e ne fai vita, fiato
che carezza, silenzio.
Sei riarsa come il mare,
come un frutto di scoglio,
e non dici parole
e nessuno ti parla.

L'infinito ( G. Leopardi )

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare»

(Giacomo Leopardi)

domenica 2 novembre 2008

E se fossimo tutti innocenti?
pagine bianche da scrivere,
sogni da sognare, pire da attizzare?

Tutti innocenti!
Creta da modellare, promesse da mantenere
e cirri da grondare?

E se fossimo parcelle di tempo a venire
Sospiri sospesi o calici da vuotare?

E se fermassimo ora, adesso e per sempre il tempo su questo respiro, su queste paro…

( anonimo del '49 )