Visualizzazioni totali

mercoledì 8 aprile 2009

Pinuccia lascia una testimonianza

A colui che ridiede vita a Rogheta !
Grazie per le sensazioni.

Vissi Rogheta
tre giorni appena
un sussulto di vita
all’anima serena.

Dono d’estasi al sentimento, al cuore
da naturale bellezza circondato
avido di cercato e appagato amore
con occhio percepito e catturato.

Superba, bella, altera ti presenti
e come bella donna i fianchi solidi esponi
sicura di te ai del clima cambiamenti
e susciti emozioni forti, riflessioni:

ti circonda la brezza di fredde notti replicate
e baciano le tue pietre i raggi del sol appena sorto
e nuove albe sempre rinnovate
catturano del cocente…. il calor fino al tramonto.

L’intorno non è da meno, il cielo è aperto
il vento, brezza fra i lecci è fruscio ovattato
nulla limita lo sguardo, tutto è scoperto
e solo dal rapace libero è attraversato.

Stolto è colui che non sa guardare
benché da tanta bellezza circondato
e l’uomo interiore quindi appagare
da cose di fattura umana e dal creato.

Rogheta, una realtà in più per apprezzare
il “disegno divino” rivelato in noi con le Sue qualità
Colui che ci ha dato la capacità di progettare e realizzare
e godere anche di “tangibili” realtà.



Grazie Franco! Con sincera gratitudine Pinuccia Illari

domenica 1 marzo 2009

FABRIZIO SCRIVE:

Fabrizio custode di Rogheta scrive:

Rogheta, nata da roccia,
roccia pura, primordiale
vergine di prima saggezza
Aperta, aperta, aperta a te o pellegrino
del sogno ancestrale
figlio orfano dell’unico
Benedetta nel vento, nell’acqua, nel sole,
dal tuo cielo stellato
saldo artiglio d’aquila sul picco
del qui, tra la luna e il mare
Oceano del silenzio celeste,
blu verde e nuvoloso
ponte sull’abisso
Anelito dell’anima
che mera non sa di essere assoluto
su di te si inchina l’alba nel tramonto
pura presenza dell’oro.
Oro vero.

venerdì 12 dicembre 2008

Il genio di Rogheta

Sono convinto che il “genius loci”, non muoia mai e che non sia corruttibile da fattori esterni; fanno eccezione i casi in cui l’homus disgratiatus stravolga l’ambiente in cui l’entità risiede.

Parlo del “genio” perché a Rogheta è rimasto integro e percepibile.

E cosa farebbe questo “genio”?
Se non si ha una personalità sensitiva, o semplicemente sensibile, il genius ti fa star bene, ti fa bastare a te stesso, non ti fa desiderare di essere altrove, ti dona felicità inaspettata, ti nutre silenziosamente, ti spegne i pensieri.
E se sei sensitivo il “genio” ti parla e ti si rivela, ti accarezza e sussurra antichi insegnamenti e ti tocca il cuore rendendo percepibile la presenza di Dio, ti cura il corpo e lo spirito.

Solo un poeta come Ungaretti è riuscito a tradurre in parole l’inesprimibile sentimento che Rogheta mi ha dato:

“ I giorni e le notti suonano in questi
miei nervi d’arpa.
Vivo di questa gioia malata di universo
e soffro per non saperla accendere
nelle mie parole”

Se cercate un posto dove star bene venite a trovarmi, venite a trovarvi a Rogheta.

Non mi sto facendo pubblicità, non mi interessa più il guadagno economico, mi ricompensano abbondantemente le facce felici delle persone che passano di qui.
Tempo fa un tale, dopo aver visitato Rogheta, si fermò di fronte a me e disse “bella”! Poi, dopo un attimo di pausa, aggiunse “bella, bella”! Ecco, Rogheta è commovente, è senza parole!.

Lasciate tutto, regalatevi una settimana di vuoto.
Si, regalatevi una settimana per scoprire come il vuoto sia pieno quando l’anima riposa nel silenzio di queste mura.

A Rogheta non c’è ancora una piscina ma … non serve, credetemi.

Rogheta è per ritrovare lo spirito, vorrei ospitare gente che venga con lo strumento della propria creatività, portatevi l’uncinetto, il pennello, la chitarra, le scarpette da ballo, la penna, la creta e lasciate che il genio parli alla vostra anima.

12/12/2008

domenica 30 novembre 2008

Reale la mente o reali i fatti?

Nuoto per forza e non perché mi piaccia.
Se il mio corpo fisico potesse stare meglio senza fitness sarei più contento.
Però ho imparato a fare di necessità virtù così inganno la noia delle vasche pensando.
Penso a tutto e di tutto, dal problema contingente con l’ufficio all’ultima partita di scacchi giocata on-line con un avversario australiano.
Così ieri, mentre nuotavo, argomentavo fra me e me sulla prima lezione del corso di "fancazzismo" che sta prendendo forma.
... Numble numble ... non fare niente ... numble ... e improvvisamente si affaccia alla mente un aneddoto della famosa autobiografia di Paramahansa Yogananda, ... Il buon Yogananda si illuminò mentre stava spazzando un terrazzo e, tutto emozionato, si rivolse al suo maestro interrogandolo sul come sarebbe cambiata la sua vita: “ Maestro e adesso che faccio?” e il Maestro: “ Cosa stavi facendo?” “ stavo spazzando il terrazzo”, “ bene continua a fare quello che stavi facendo!” ... Geniale, impareggiabile Lahiri Mahasaya … le cose accadono e non c'è niente da fare! Non c'è niente da aggiungere a quello che ci accade, nessuna opinione, nessun giudizio.
Pensiamo ad un qualsiasi evento buono o cattivo che ci è successo nella vita e a come abbiamo reagito al dispetto, all’incidente, all’abbandono… e se la stessa cosa fosse capitata a qualcun altro che gli dava un significato diverso? Pensiamo a coloro che trasformano difficoltà in opportunità, a chi incarcerato o privato delle gambe trova la forza per esprimersi artisticamente o a riprendere a gareggiare...
" Non sono i fatti in sé che turbano gli uomini, ma i giudizi che gli uomini formulano sui fatti." ( Manuale di Epitteto )

La prima lezione è pronta, buon far niente!

mercoledì 5 novembre 2008

Di salmastro e di terra ( C. Pavese )

Di salmastro e di terra
è il tuo sguardo. Un giorno
hai stillato di mare.
Ci sono state piante
al tuo fianco, calde,
sanno ancora di te.
L'agave e l'oleandro.
Tutto chiudi negli occhi.
Di salmastro e di terra
hai le vene, il fiato.

Bava di vento caldo,
ombre di solleone -
tutto chiudi in te.
Sei la voce roca
della campagna, il grido
della quaglia nascosta,
il tepore del sasso.
La campagna è fatica,
la campagna è dolore.
Con la notte il gesto
del contadino tace.
Sei la grande fatica
e la notte che sazia.

Come la roccia e l'erba,
come terra, sei chiusa;
ti sbatti come il mare.
La parola non c'è
che ti può possedere
o fermare. Cogli
come la terra gli urti,
e ne fai vita, fiato
che carezza, silenzio.
Sei riarsa come il mare,
come un frutto di scoglio,
e non dici parole
e nessuno ti parla.

L'infinito ( G. Leopardi )

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare»

(Giacomo Leopardi)

domenica 2 novembre 2008

E se fossimo tutti innocenti?
pagine bianche da scrivere,
sogni da sognare, pire da attizzare?

Tutti innocenti!
Creta da modellare, promesse da mantenere
e cirri da grondare?

E se fossimo parcelle di tempo a venire
Sospiri sospesi o calici da vuotare?

E se fermassimo ora, adesso e per sempre il tempo su questo respiro, su queste paro…

( anonimo del '49 )